Interior Designer con la passione per le piante tramandatagli dalla nonna, Cornelius Gavril si definisce un paesaggista ma anche un giardiniere. Le sue realizzazioni, da interventi per il Fuorisalone a opere oltreoceano di valenza sociale e istituzionale, sono definite da un percepibile equilibrio, una armonia studiata ma naturale fra la destinazione d’uso dello spazio, il luogo in cui si inserisce, l’identità delle piante e la loro valenza simbolica. Nella sua complessità artistica, un caleidoscopio di culture, con ispirazioni in profonda relazione con le tradizioni e le usanze del territorio.
Progettare il verde con Cornelius Gavril
La tua capacità di intessere relazioni fra il verde e lo spazio circostante non si basa esclusivamente sulle convergenze, ma agisci anche per contrasti, riuscendo a creare armoniche dissonanze fra i tuoi progetti e l’ambiente che li ospita. Nella fase di progettazione, che peso hanno rispettivamente l’estetica, la tipologia di piante e fiori scelti e la loro possibile consociazione, e il messaggio di cui la tua opera si fa portavoce?
Creare e coltivare un giardino o un orto è sicuramente un bisogno fondamentale dell’uomo, che s’impone ad ogni civiltà. Il giardino sarà sempre un’istantanea dell’animo umano che rispecchia il tempo in cui viviamo. Borchardt nel suo libro “Il giardiniere appassionato” dice che il giardino è “lo spazio in cui l’uomo traduce in struttura il suo rapporto con la natura”.
L’estetica sicuramente occupa un posto importante, ma i rapporti che intercorrono fra uomo e piante vanno ben al di là del contatto visivo-estetico. Il modo migliore per avere un buon risultato è lavorare insieme alla natura, facendo in modo che ogni progetto sia un’estensione gentile dell’ordine naturale.
La regola più importante è cercare di far crescere il più possibile dal seme. Piantare un seme o una piantina significa affidarsi alla terra. La pianta prende rifugio nella terra e dipende da essa se crescerà più o meno bene, potendo contare in seguito sul nostro aiuto. Molto spesso i progetti sono a libera interpretazione e non è necessario spiegarli troppo.
Le tue esplorazioni concettuali e al contempo concrete, si concentrano anche sulla ricerca di nuove modalità di fruizione del verde: dal recupero di oggetti della quotidianità, alla creazione di stimoli per un approccio ironico per bambini e adulti, ma anche orti volanti e giardini verticali sospesi. Questo approccio è molto contemporaneo sia perché cerca una nuova relazione con la velocità tipica dei nostri giorni, sia perché adatto ai nuovi spazi delle metropoli. Ce ne parli?
Nel mio percorso ho utilizzato approcci diversi al mondo del verde, attraversati dall’idea che tutti i giardini, grandi o piccoli, sono simbolo della creazione, luogo di felicità, sfida costante alla natura. Un luogo che deve essere protetto, seguito, assecondato, guidato, amato. I giardini come spazio in cui un’idea diventa realtà e la realtà è trasformata in un’idea; spazio in cui sentimento e pensiero trovano la loro espressione.
Orto volante, ad esempio, è un progetto di qualche anno fa, realizzato con la tecnica molto antica giapponese del Kokedama adattata alle nostre necessità e al messaggio che volevamo trasmettere. Adesso è molto di moda fare i kokedama e usarli ovunque. Flowerprint invece è un’installazione che esplora una nuova modalità di decorare le superfici, attraverso una sorta di ricamo floreale sulla facciata di un edificio.
Flowerprint, Cornelius Gavril – credits Delfino Sisto Legnani
Orto volante, Cornelius Gavril – credits Giovanni Hänninen
Ti definisci un paesaggista ma anche un giardiniere, sensibile alla poetica della creazione, ma con un occhio attento e pragmatico alle caratteristiche e alle necessità delle piante e fiori. Nei tuoi progetti troviamo anche rimandi a opere e correnti artistiche, ma anche valenze sociali, tradizioni d’altri paesi e richiami culturali. Come raggiungi in ogni realizzazione un equilibrio fra l’elemento naturale scelto nella sua semplicità e la necessità di condividere attraverso di esso messaggi più ampi? Quale progetto trovi sia un buon esempio? E un progetto non tuo, che trovi d’ispirazione?
Partiamo dal principio che curare un giardino, pur piccolo come una cassetta di fiori sul davanzale, è un bisogno talmente forte da poter essere paragonato al bisogno di mangiare, di amare. È fondamentale che ogni progetto abbia qualcosa da raccontare e che sia legato alla memoria. In questo momento la primavera brilla nell’aria, esulta fra i campi e anche in città si fa sentire: vedere un balcone fiorito, o accorgersi che quel seme buttato lì per caso ha generato una piantina verde può migliorarci l’umore.
Orto fra i cortili è nato per divulgare la cultura del verde e del mangiar sano in città, riconoscendo la stagionalità degli ortaggi. Si basa su un sistema modulare in pallet facilmente replicabile e dai costi sostenibili.
L’idea di creare un orto nasce dal desiderio di far avvicinare i bambini alla scoperta delle verdure, per offrire un’alimentazione sana e consapevole. È infatti più probabile che provino nuovi cibi quando hanno assistito a tutto al processo di semina e crescita degli ortaggi. Penso che questo sia un investimento nel futuro e nella salute. In più è molto importante trasmettere questo valore alle nuove generazioni, attraverso la pratica di “conoscere, sperimentare, utilizzare e riciclare”.
The Garden of Cosmic Speculation, il giardino della speculazione cosmica, si trova a Dumfries in Scozia ed è stato creato nel 1989 dall’dall’architetto paesaggista Charles Jencks e da sua moglie, la designer Maggie Keswick. È un giardino unico nel suo genere perché qui piante, fiori, laghi sono stati pensati come incontri di forme geometriche.
Orto fra i cortili, Cornelius Gavril – credits Daniele Cavadini
The Garden of Cosmic Speculation – foto dal web
Il tuo metodo di lavoro come si rapporta fra progetti residenziali e urbani? Come cambiano le richieste?
La progettazione del verde in ambito urbano ha comportato negli ultimi 10 anni notevoli cambiamenti nelle metodologie di pianificazione e gestione del verde: è necessario confrontarsi con ambiti e professionalità che travalicano l’intervento in sé, in un’ottica ampia e di relazione con il sistema della città e della sua rete verde periferica. Il progetto residenziale, invece, è caratterizzato da un approccio più libero, eclettico, senza vincoli e più autoreferenziale, con legami più leggeri con il contesto in cui si inserisce.
Sappiamo che ti ispiri anche alle evoluzioni e tendenze di costume, ci puoi regalare una previsione delle prossime tendenze in ambito gardening?
Sicuramente anche quest’ anno l’innovazione a cui si fa riferimento è tecnologica ma non solo. Il business del futuro anche in questo ambito sarà una via di mezzo tra fisico e virtuale attraverso l’uso dei social. Ad esempio su Instagram ci sono molti profili di appassionati che divulgano informazioni, mettono a disposizione corsi, creano e-commerce per la vendita di piante per ampliare la propria rete di contatti.
Negli ultimi due anni sono in molti ad aver rinnovato la disposizione della propria casa, complice il lockdown. In questo momento le piante da interno si vendono tantissimo poiché hanno anche impatti positivi sulla qualità dell’aria indoor. Stare di più a casa ha portato le persone a diventare sempre più creative con i propri spazi. È davvero incredibile vedere quante piante possono stare anche in spazi piccoli e come esse trasformino in positivo gli ambienti.
È interessante notare che sono soprattutto i giovani millennial ad acquistare piante da interno o a dedicarsi alla realizzazione di orti casalinghi. Parallelamente al crescente interesse per l’ambiente domestico, le persone stanno iniziando a guardare allo spazio esterno durante tutto l’arco dell’anno, stabilendo una continuità tra verde indoor e outdoor.
In più in quest’ultimo periodo cresce l’attenzione per la salvaguardia della biodiversità, soprattutto tra le famiglie con bambini, che inseriscono anche nei piccoli spazi esterni piante utili agli insetti impollinatori, o agli uccelli.
Cornelius Gavril